Vallenoncello 27 gennaio
2013
UN SABATO POMERIGGIO TRA LA NATURA: MINITREKKING A
VALLENONCELLO
In un sabato pomeriggio assolato di fine gennaio, che a questo punto dell’anno ha iniziato a regalarci una temperatura mite nelle ore
centrali del giorno, ci siamo radunati a Casa Feletto, famiglie con bambini ,
ragazzi e adulti amanti delle attività all’aria aperta; eravamo circa una
cinquantina.
Bardati gli asini e fatte le rispettive presentazioni con i bimbi, la
carovana è partita, in testa le mansuete Gina e Ciucchina con i bambini in
groppa.
Abbiamo percorso tutti un breve tratto di strada, direzione studio dell’artista
Guerrino Dirindin, in via del Cuch a Vallenoncello. La casa di pietre e mattoni,
che risale a fine’700 è divisa in due parti con una entrata a destra e una
entrata a sinistra e salendo delle scale di legno si giunge al secondo piano
dove sono esposte le opere dell’artista, sculture di terra e colla con solchi
(di)segnati in questa materia
generatrice di vita. Diversa dalle altre produzioni artistiche possiamo notare
la statua, in legno, del barcarolo, in onore al padre ultimo capitano di fiume.
Come possiamo ben notare ricorrono due elementi naturali fondamentali nell’arte
di Dirindin: terra e acqua. Queste peculiarità sono legate alla tradizione di
Vallenoncello, quartiere legato storicamente all’agricoltura di fatto i solchi
sulla terra d’artista li abbiamo ritrovati nei campi arati lungo il fiume
Noncello sulla strada del ritorno. Il fuoco lo possiamo ritrovare nel
temperamento dell’artista e l’ aria nella funzione dell’arte che tende alla
spiritualità e ci conduce verso la levità rispetto alla durezza della vita.
Ecco quindi ricomposti i quattro
elementi naturali.
A Casa Feletto ci siamo salutati con
un piccolo ristoro. Le asine mi hanno raccontato di essere soddisfatte di aver
allietato questo pomeriggio per i
bambini e sono certa che questa esperienza si imprimerà nella memoria dei bimbi,
che vi hanno partecipato.
Per gli adulti una guida di Legambiente ci ha raccontato qualcosa sulla storia del Parco fluviale di
Vallenoncello. Fino agli anni ’50 alla dogana del fiume arrivavano le chiatte
da Venezia e dal mare, che scaricavano cotone, carbone e caricavano soprattutto
grano e legname. Venivano trainate risalendo a corrente del fiume dai cavalli e dai buoi e riscendendo seguendo
la forza della corrente. Così abbiamo imparato qualcosa di nuovo sulla nostra
storia passata.
Ci vediamo alla prossima passeggiata!
FRANCESCA FELETTO
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