lunedì 11 febbraio 2013


Vallenoncello 27 gennaio 2013

UN SABATO POMERIGGIO TRA LA NATURA: MINITREKKING A VALLENONCELLO

In un sabato pomeriggio assolato di fine gennaio, che a questo punto dell’anno  ha iniziato  a regalarci una temperatura mite nelle ore centrali del giorno, ci siamo radunati a Casa Feletto, famiglie con bambini , ragazzi e adulti amanti delle attività all’aria aperta; eravamo circa una cinquantina.

Bardati gli asini e fatte le rispettive presentazioni con i bimbi, la carovana è partita, in testa le mansuete Gina e Ciucchina con i bambini in groppa.

Abbiamo percorso tutti un breve tratto di strada, direzione studio dell’artista Guerrino Dirindin, in via del Cuch a Vallenoncello. La casa di pietre e mattoni, che risale a fine’700 è divisa in due parti con una entrata a destra e una entrata a sinistra e salendo delle scale di legno si giunge al secondo piano dove sono esposte le opere dell’artista, sculture di terra e colla con solchi (di)segnati  in questa materia generatrice di vita. Diversa dalle altre produzioni artistiche possiamo notare la statua, in legno, del barcarolo, in onore al padre ultimo capitano di fiume. Come possiamo ben notare ricorrono due elementi naturali fondamentali nell’arte di Dirindin: terra e acqua. Queste peculiarità sono legate alla tradizione di Vallenoncello, quartiere legato storicamente all’agricoltura di fatto i solchi sulla terra d’artista li abbiamo ritrovati nei campi arati lungo il fiume Noncello sulla strada del ritorno. Il fuoco lo possiamo ritrovare nel temperamento dell’artista e l’ aria nella funzione dell’arte che tende alla spiritualità e ci conduce verso la levità rispetto alla durezza della vita. Ecco quindi ricomposti  i quattro elementi naturali.

 A Casa Feletto ci siamo salutati con un piccolo ristoro. Le asine mi hanno raccontato di essere soddisfatte di aver allietato questo  pomeriggio per i bambini e sono certa che questa esperienza si imprimerà nella memoria dei bimbi, che vi hanno partecipato.

Per gli adulti una guida di Legambiente ci ha raccontato qualcosa  sulla storia del Parco fluviale di Vallenoncello. Fino agli anni ’50 alla dogana del fiume arrivavano le chiatte da Venezia e dal mare, che scaricavano cotone, carbone e caricavano soprattutto grano e legname. Venivano trainate risalendo a corrente del fiume  dai cavalli e dai buoi e riscendendo seguendo la forza della corrente. Così abbiamo imparato qualcosa di nuovo sulla nostra storia passata.

Ci vediamo alla prossima passeggiata!

FRANCESCA FELETTO

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